“Ašavan”, il primo mediometraggio frutto della creatività di Carlo Somale e degli artisti che ha selezionato, non è solo una rappresentazione, ma è anche la testimonianza di quel continuo percorso di individualizzazione junghiano. Questo perché i performer non hanno eseguito “semplicemente” una coreografia prestabilita, al contrario; accompagnati da un’arte-terapeuta e dall’autore attraverso un percorso autoriflessivo, hanno vissuto ciò che visivamente viene presentato. Il percorso simbolicamente rappresentato in Ašavan è qualcosa che è realmente successo; ogni performer si è prima perso nel proprio labirinto mentale per poi ritrovarsi, almeno un po’, più cosciente di prima.
2021, CUNEO
ASHVAN IL FILM
Una storia di amore, cura e ricerca.
Ašavan è un racconto.
Uno sforzo di riconoscimento ed espressione interiore.
Mi aspettavo sarei stata una semplice spettatrice con il compito di raccontare tramite le immagini la densità delle emozioni, le attese, le paure, l'inquietudine, il sollievo.
Invece tutte quelle emozioni mi hanno travolto.
Da modesta testimone
sono diventata, con gli altri, parte sostanziale di tutta l'intimità rivelata, rivelando poco a poco anche la mia.
Ho lasciato entrare ed ho lasciato uscire.
Fino a quando l'ilarità è diventata protagonista.
Siamo tornati bambini..
ed abbiamo dato il bentornato alla spensieratezza.
Accompagnando il sole nel sorgere nuovamente.